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Personal branding: sei ciò che mostri e che gli altri vedono di te

Cosa?

Innanzitutto, i numeri del cambiamento: se fino a una decina di anni fa parlavi e discutevi con 20 persone, oggi puoi farlo con 10 mila. Se prima potevi influenzare solo i tuoi amici, oggi puoi influenzare tutti i tuoi contatti. Se  prima  la  vita  era  limitata  dai  tuoi  limiti  sensoriali,  oggi  va  oltre  essi  ed  è  vincolata  anche  a  quelli  della  tecnologia,  in  continua espansione.

Se non hai limiti in ciò che sei, allora significa che puoi coltivare quello che puoi diventare. Questo è il Personal Branding: fare di te stesso un marchio. Al di la dell’aria trendy che ci fa assumere il parlare per inglesismi, esso consiste nella capacità di promuoversi da un punto di vista professionale, con un occhio di riguardo sempre al lato umano: coltivare te stesso e la percezione che gli altri hanno di te. In altri termini: riuscire  a  trasmettere  la  credibilità  necessaria  per  costruirti  attorno  un’aura  di  fiducia.  Riuscire  ad  essere  credibile  e  mostrare  quello  che  pensi, in  modo  deciso  ma  sempre  rispettoso, per convincere, per far agire, per far cambiare. In un’epoca dominata da internet il tutto diventa più semplice ed immediato, grazie alla possibilità di attuare strategie di marketing digitale, nella maggior parte dei casi anche gratuite. Più libertà di movimento si traduce tuttavia in maggiori possibilità di incappare in errori e luoghi comuni che tutto fanno tranne che darti un’immagine preparata.

Per chi?

Che tu sia un professionista con esperienza decennale, un giovane ragazzo che ha qualcosa da raccontare o insegnare, o che tu voglia cambiare settore lavorativo ripartendo da zero, è fondamentale mantenere curata la tua immagine personale e professionale. La presenza online è diventata ormai un biglietto da visita del quale non puoi certamente più fare a meno, e le scelte al riguardo potrebbero anche stravolgere la tua carriera. Prima di cominciare a studiare qualsiasi tecnica o strategia per “promuoverti”, ricorda che per convincere e coinvolgere, dovrai farti percepire umano e autorevole. Devono passare la tua competenza e la passione per il tuo lavoro. Non sei una banca o un brand istituzionale, non devi parlare come un ufficio stampa, ma farti percepire reale, vero, vivo e fare delle tue virtù e delle tue debolezze un punto di forza unico e accessibile. Alla fine, all’aumentare del tuo seguito e della reputazione, arriveranno probabilmente anche commenti critici a cui tu darai, se non saranno troppo pungenti, una risposta pubblica e coerente con le idee che sostieni.

Non sei quello che sei ma sei ciò che gli altri vedono di te

Essere il promotore di te stesso ti dà il potere di scegliere cosa vuoi che gli altri sappiano o non sappiano di te, perciò studia bene le tue mosse! È importante sostenere la tua immagine esaltandone le capacità, le attitudini e le motivazioni, per costruirti così una vera e propria brand identity. Occhio però, vietato barare! Non c’è maniera più facile per distruggere la tua reputazione che gonfiare le skills, risultando di fatto incompetenti sul campo. È indispensabile che tu abbia ben chiara in mente l’idea che vuoi trasmettere di te e rimanerne fedele cercando di dare uno stile unico e riconoscibile alla comunicazione. Se saprai farlo, le persone si fideranno di te e inizieranno ad essere influenzate dal tuo modo di porti, di chiedere, di comunicare. Chi sei? Cosa vuoi fare? Come vuoi farlo? Raccontalo onestamente: il web ti ascolta e ti premia.

La fiducia è un collante che lega le persone alle altre persone, un insieme di percezioni composto da coerenza, valori, reputazione e onestà. Diamo fiducia perché ci aspettiamo onestà e affidabilità. La fiducia rappresenta l’aspettativa che riponiamo nella persona a cui la concediamo. Hai bisogno di ottenere fiducia! La mancanza di questo elemento si traduce in minore attenzione da parte di chi ti segue, minori aspettative nei tuoi confronti, scetticismo, poche opportunità, la chiusura di un numero esiguo di contratti oppure una mancata assunzione. La fiducia è un vantaggio competitivo in un mondo, come quello digitale, in cui tutti vogliono ottenere l’attenzione. La fiducia ti fa emergere dal caotico brusio delle comunicazioni promozionali in cui si chiede senza prima dare. Nel marketing, come nella vita, le percezioni che gli altri hanno di te fanno la differenza. Innescano l’azione, lo scambio e l’acquisto.

Modestia a parte

Se, come detto sopra, è assolutamente controproducente attribuirsi capacità di cui non siamo in possesso, via libera alla condivisione dei risultati e dei traguardi raggiunti. Dopotutto, perché vergognarsi?  Hai faticato tanto per ottenere quel titolo di studio, quella certificazione linguistica o quelle competenze grafiche. Ora è arrivato il momento di condividere la tua preparazione con i tuoi contatti. Racconta di cosa ti occupi, quale prodotto vendi, identificati, dona un messaggio e crea relazioni.

Identità: la creazione dell’immagine personale attraverso gli elementi grafici e testuali che ti rappresentano, quali foto profilo, bio, elementi grafici di blog, varie copertine dei social,ecc.

Contenuti: cedere informazioni ed emozioni agli altri sarà il tuo compito primario, attraverso video, foto e testi che attirino persone interessate alle tue attività.

Relazioni: se comunichi al web, devi trattarlo come un destinatario. La comunicazione non è mai univoca: i tuoi contatti interagiscono con te e tu dovrai interagire con loro.  Sei quello che racconti: studiare come comunicare e distribuire la tua conoscenza è una delle capacità imprescindibili nell’attività quotidiana di auto valorizzazione e coinvolgimento.

Digital reputation (Conosciti, fatti conoscere e conosci gli altri)

Chi non ha un account su un social network oggi? Hai mai sentito parlare di web reputation? Non è altro che la reputazione che ti crei online attraverso la scelta delle piattaforme social.  Per attuare al meglio la brandizzazione di te stesso, dovrai affidarti ad un’agenzia che sappia valorizzare al meglio le tue capacità. Ma ancora prima, devi comprendere te stesso, i tuoi punti di forza e l’energia che puoi mettere in campo. Le persone che frequentano corsi di digital marketing, della tecnica non se ne fanno nulla, almeno inizialmente. Ti sembrerà un progetto semplice, in realtà ogni qualvolta che mostri ciò che fai, dovrai condividerlo online. Questo non significa che dovrai dare in pasto ai follower la tua vita privata, ma se stai realizzando un progetto e ne vuoi mostrare qualche dettaglio per incuriosire i social, ricordati di postarlo. Ciò occuperà parte del tuo tempo, ma è il prezzo da pagare per creare un prodotto di vendita basato su te stesso.  Successivamente devi comprendere gli altri, cosa li spinge a leggere o guardare un video? Perché dovrebbero soffermarsi sul contenuto che hai prodotto? Infine serve capire come conciliare quello che comunichi per ottenere il tuo scopo. Perché vuoi comunicare? Per i like, per essere assunto o per ottenere clienti?

personal branding

Dimmi che social scegli e ti dico come usarlo:

  • Linkedin

Per la sua struttura comunicativa, questo social è, tra tutti, quello che conferisce più autorevolezza, e sicuramente il più utilizzato dai professionisti. Non è necessario avere una presenza assidua, ma costante e pensata, che comunichi a pieno la propria identità professionale. La foto, la descrizione, le esperienze lavorative e le competenze devono essere sempre aggiornate, un profilo trascurato potrebbe non fare una bella impressione agli utenti che interagiscono con te. Puoi e dovresti sfruttare al meglio la possibilità di creare una rete di professionisti del tuo settore che possano confermare le tue competenze e con cui instaurare conversazioni, rapporti e, perché no, anche collaborazioni.

  • Facebook e Instagram

Sono i due canali social usati principalmente a scopo personale ed è a questi che il personal branding mira maggiormente, in quanto attraverso il potere di video e foto, puoi esporti, farti conoscere, mostrare quello che hai da vendere… Al loro interno c’è grande potenziale riguardo il personal branding perché prima di essere un professionista, sei innanzitutto una persona e spesso è proprio quella passione in comune che può fare la differenza. Gli altri vogliono conoscere i dettagli della tua vita, professionale e no. Centellinare sapientemente cosa e come raccontarti, è una tra le mosse più studiate dai Brand Strategist. Va comunque prestata una particolare attenzione al modo in cui ti esprimi, a cosa vuoi comunicare e soprattutto nel non renderti un fenomeno del tutto simile al grande mondo degli influencer.

  • Twitter

280 caratteri per identificarti in un determinato settore di mercato che, grazie alla potenza degli #hashtag risultano essere più che sufficienti. Da non sottovalutare, soprattutto se viene utilizzato per collegarti a link esterni che magari rimandano al tuo sito web o al tuo blog personale.

  • Blog

Per non citare l’evergreen dei social network, Chiara Ferragni, ma prendendo piuttosto spunto da un’altra signora del web, Veronica Gentili, ciò che non può mancare nella tua strategia per diventare “qualcuno” online, è sicuramente il blog. Uno spazio cioè che possa contenere tutto ciò che vuoi esprimere. Che tu sia un architetto e vuoi mostrare il tuo showroom o raccontare l’ultima esperienza al Salone del mobile di Milano, o che tu sia un giovane fotografo che tenta di emergere dal mare magnum del web, sai che hai a disposizione un portale pressoché infinito di caratteri, foto, font, video e dimensioni. Un blog deve principalmente parlare di te, ti deve rispecchiare. La coerenza è un fattore determinante per non fuorviare chi ti segue. Quindi se sei una persona che ama la semplicità e la linearità, dovrai scegliere una grafica semplice, con immagini magari in bianco e nero, un tono di voce misurato ma convincente. Occhio sempre ai SEO, dunque al piazzamento all’interno dei motori di ricerca, e al veicolare la tua pagina all’interno dei tuoi social.

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